Non sappiamo più come socializzare in palestra o addirittura in luoghi all’aperto come al mare. Spesso, anche a una cena con nuovi colleghi o amici di amici, ce ne stiamo in disparte, a parlare con il solito gruppetto di noti. Non parliamo più con chi ci sta accanto sui treni, in fila alla cassa del supermercato o in un negozio dove prendiamo ciò che ci serve e usciamo. Non socializziamo, insomma, non riusciamo a fare amicizie nuove. Eppure, attaccare bottone con sconosciuti fa aumentare il grado di benessere generale: a dirlo sono gli studi. E, allora, ecco come vincere l’imbarazzo e come socializzare con persone nuove.
Sfruttare le occasioni per trovare nuovi amici
Ogni mattina usciamo di casa, incontriamo qualche inquilino del palazzo con cui scambiamo uno sguardo fugace e poco di più di uno stentato “buongiorno”. Prendiamo i mezzi per andare al lavoro e, se abbiamo un minimo di anticipo sulla tabella di marcia, ci fermiamo nel solito bar per bere un caffè e poi dritti alla scrivania: quanti sconosciuti abbiamo già incontrato in questo lasso di tempo? Con buona probabilità tanti e, magari, con alcuni di loro avremmo voluto fermarci a dire qualche parola in più. Ma la fretta e la paura di fare figuracce ci hanno fatti andare dritti per la nostra strada, senza darci la possibilità di fare una nuova conoscenza. Sono tutte occasioni perse per allargare il giro di conoscenze.
Quando il pregiudizio blocca la conoscenza dell’altro
Ci lamentiamo del fatto che non ci sono persone interessanti con cui iniziare una relazione: ma ci siamo dati la possibilità di conoscerle? In molti casi, no. E perché?
Il dottor Flavio Cannistrà, psicoterapeuta esperto in terapie brevi:
«Hanno un peso le convinzioni che abbiamo su noi stessi. Se sono convinto di non risultare simpatico, di non saper entrare in relazione con gli altri o di non essere una persona così interessante, agirò in base a queste convinzioni, chiudendomi in me stesso e limitando i contatti sociali, e percepirò gli altri attraverso queste lenti, vedendoli poco disponibili o migliori di me . Prendere consapevolezza di come guardiamo noi stessi e da quale punto di vista osserviamo gli altri è il primo passo per mollare il freno che ci impedisce di aprirci».
Socializzare con sconosciuti fa bene
Secondo quanto emerso da uno studio della University of Chicago booth school of business (Usa), pubblicato sul “Journal of experimental psychology”, parlare con una persona che non si conosce aiuta a superare molte delle convinzioni errate e limitanti che ci fanno sentire goffi e impacciati. I dati della ricerca, poi, rivelano che lanciarsi in una nuova conoscenza aiuta ad accrescere il proprio benessere generale. Lo sostiene anche Malavika Varadan, conduttrice radiofonica indiana che lavora a Dubai. Vincitrice del “Masala! award”, uno dei più prestigiosi premi della comunità asiatica negli Emirati Arabi Uniti, ha tenuto un Ted Talk, un discorso registrato in video, sull’arte di attaccare bottone con uno sconosciuto: su YouTube ha avuto più di 13milioni di visualizzazioni. Nel suo discorso afferma:
“La conversazione con una persona nuova è un’avventura, apre delle porte dentro di noi e permette di conoscerci meglio”.
Valorizzare la propria imperfezione
Per socializzare con persone nuove come gli sconosciuti serve il coraggio di liberarsi del timore di mostrare le proprie vulnerabilità, che sono un punto di forza, non una debolezza. Tutti sbagliamo, ma è grazie agli errori che possiamo imparare a “sbagliare meglio”! È l’imperfezione che ci rende unici e dovremmo valorizzarla.
«Parlare con persone nuove mette in discussione chi siamo, allena le nostre competenze socio-relazionali, migliorando l’autostima» dice l’esperto.
Attaccare bottone anche se ci si sente in imbarazzo
Come si fa a socializzare velocemente? Molto dipende dal contesto e dai vari fattori che possono presentarsi. Come suggerisce Flavio Cannistrà:
«Una prima strategia da mettere in atto è non nascondere l’imbarazzo, ammettendolo con l’altro: potrebbe essere un argomento rompi-ghiaccio. Abbiamo coltivato l’idea di non mostrare che siamo in difficoltà, di dover recitare la parte della persona disinvolta. Ma se siamo in imbarazzo, significa che dobbiamo fare uno sforzo notevole per ignorare lo stato in cui ci troviamo e continuare a seguire il copione. Si rischia di risultare innaturali, acuendo la percezione interiore di inadeguatezza e l’idea, magari sbagliata, che l’altro se ne accorga. Si condivide quanto si prova, così cessa lo sforzo di dover mantenere un ruolo e si attiva nell’altro uno stato di disponibilità».
Osservare la reazione dell’altra persona
Dopo aver rotto il ghiaccio, è importante osservare come interagisce l’interlocutore nei primi 10-15 minuti. Il Dottor Cannistrà invita a chiedersi:
- Come si pone?
- Come parla di sé stesso?
- E degli altri?
- È interessato a te o è totalmente focalizzato su di sé?
- Che sensazioni ti dà?
- Se lo dovessi associare a qualcuno che conosci, un amico, un parente, ma anche un personaggio della tv, della politica eccetera, sarebbe una fi gura positiva, che ti piace, oppure no?
- E dopo aver rotto il ghiaccio, come continua?
- Vuole seriamente conoscerti e passare qualche momento piacevole o altro?
- E questo “altro” ti interessa o è meglio cambiare aria?
L’empatia è poi l’ingrediente indispensabile per continuare un rapporto, anche con sconosciuti. Se, rincontrandolo, ci ricorderemo dei suoi racconti, di dove ha passato le sue ultime vacanze e di cosa ha provato quando ci ha mostrato la foto del tramonto che tanto gli è piaciuto, saremo sicuramente persone che vorrà rivedere e rivedere ancora. Una conversazione, infatti, serve anche a scoprire punti comuni e a coltivare emozioni condivise.
Come socializzare ad una festa: le frasi da evitare
Le lamentele sono una delle prime cose da evitare quando si avvia una conversazione, soprattutto se si vuole socializzare ad una festa. Frasi come “Non trovi che sia mortalmente noiosa questa festa?” non lasciano spazio a un dialogo costruttivo, così come le critiche offensive sullo stile di chi sta ballando o le scelte di chi sta mangiando. Nel libro “Intelligenza emotiva 2.0” di Travis Bradberry e Jean Greaves (Il punto di incontro editore), c’è una serie di frasi da evitare e suggerimenti su come socializzare con gli altri:
- “Ho vissuto la tua stessa esperienza”: Quando qualcuno ci confessa una difficoltà, spesso, vuole solo essere ascoltato e compreso. Meglio, allora, privilegiare il linguaggio non verbale con cui dire all’altro: “Capisco ciò che provi”.
- “Come avevo detto prima…”: Se il concetto già espresso in precedenza non è stato recepito dall’altro, perché sottolinearlo? Forse, non siamo stati chiari o forse l’altro ha bisogno di sentirsi ripetere quanto abbiamo già asserito, ma non è il caso di rimarcarlo.
- “Hai l’aria stanca”: È come dire sei in disordine, sei trascurato, hai le occhiaie. A chi farebbe piacere sentirsi dire una frase del genere? Meglio chiedere “Come ti senti?”, ascoltare le emozioni che ci riferisce l’altro e, nel caso, chiedergli se gli va di approfondire.
Abbiamo chiesto al dottor Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche (Di.Te.), quanto i dispositivi digitali siano responsabili della minore capacità di conversare con sconosciuti.
Leggi l’intervista…
Servizio di Antonella De Minico.
Con la consulenza del dottor Flavio Cannistrà, psicologo e psicoterapeuta esperto in psicologia breve strategica e ipnosi a Roma.