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Offerte di lavoro truffa. Ecco come difendersi

È sempre più difficile trovare un impiego e c'è chi se ne approfitta

Pubblicato a cura della redazione web

Servizio di Lorena Bassis. Con la consulenza di Andrea Di Palma, segretario nazionale Adiconsum

Quello che stiamo vivendo sarà ricordato come uno dei momenti storici più critici per il lavoro: sono sempre meno le persone “impiegate” e sempre di più quelle che vengono imbrogliate con proposte di lavoro che si rivelano una truffa. Non solo. Secondo le analisi Istat i dati sull’occupazione in Italia continuano una vertiginosa discesa che coinvolge le donne, i lavoratori sia dipendenti sia autonomi e caratterizza tutte le classi d’età, con l’unica eccezione degli ultracinquantenni che mostrano una crescita. Il numero di persone in cerca di lavoro, quindi, torna a crescere in modo generalizzato e solo per 15-24enni si osserva una diminuzione.

 Truffe sul lavoro, di che cosa si tratta

I truffatori hanno lo scopo di far soldi in modo illecito oppure di indurre la persona a fare un lavoro diverso da quello prospettato. «Le frodi perpetrate ai danni dei giovani in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali gravi» sottolinea Andrea Di Palma, segretario nazionale di Adiconsum. «A livello personale, producono nelle vittime un abbassamento della propria autostima e, a livello sociale, minano la fiducia e le aspirazioni dei giovani che vedono nel lavoro non solo uno strumento di realizzazione personale, ma anche di contributo dato alla società civile e al Paese» continua l’esperto.

Facile essere ingannati

Entrare nella categoria di potenziali vittime è molto facile. Chi è alla disperata ricerca di un lavoro si trova di fronte persone senza scrupoli dai modi educati e gentili, capaci di persuadere con le loro abilità dialettiche non solo i più giovani e sprovveduti. Le trappole nelle quali si può finire sono davvero tante. Tuttavia, nonostante la varietà delle frodi sia in continua evoluzione, esistono ormai tipologie standard di off erte di lavoro ingannevoli. Un’indagine condotta dalle associazioni di consumatori Adiconsum e Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Tipologie di frodi e pratiche commerciali scorrette”, ha individuato le più comuni e   diffuse. Eccone alcune:

Un esempio di lavoro-truffa

Dietro alla ricerca di personale per un posto in amministrazione o in magazzino, si può celare un lavoro di vendita di prodotti di ogni genere. Non prima, però, di avere richiesto al candidato di fornire una lista di potenziali clienti. È possibile anche che venga chiesto un versamento in denaro per coprire le spese di un primo invio di materiale necessario proprio per svolgere il lavoro, magari anche da casa (può trattarsi, per esempio, di assemblaggio o confezionamento). Molto spesso, non arriverà alcun contratto da firmare… ma nemmeno il materiale.

In ambito formazione

Tra le truffe più comuni, c’è quella di aziende che richiedono una formazione a pagamento, finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro. Spesso, invece, si tratta di corsi che non hanno alcun valore, falsamente certificati dal ministero e che non offrono alcuno sbocco lavorativo.

Il marketing piramidale spesso è una truffa

È un’attività illegale nel nostro Paese, più volte smascherata da diverse indagini, in quanto non si tratta di vendita ma di reclutamento di persone. In questo caso, l’offerta di lavoro consiste nel diventare soci, con il pagamento di un “gettone d’ingresso”, per poi procacciare nuovi soci ai quali fare sottoscrivere un contratto simile.

Attenzione ai servizi telefonici a pagamento

Tra le offerte di lavoro ambigue vi sono anche gli annunci che nascondono un servizio telefonico a pagamento, il cui unico scopo è far sì che chiami il maggior numero di persone possibile. Oppure, la promessa di un colloquio di lavoro dietro l’inserimento a pagamento dei propri dati personali in fantomatiche banche dati. Ma non è finita: esiste anche il falso periodo di prova dove per un certo lasso di tempo viene offerto un duro lavoro dietro un compenso irrisorio, al termine del quale l’azienda chiuderà i battenti.

Tv e spettacolo

L’opportunità di entrare a fare parte dello showbiz attira sempre molti. È facile, quindi, cascare nel raggiro del book fotografi co perché vengono promessi contratti strabilianti a patto, però, che si realizzi un servizio di foto spendendo somme che possono aggirarsi intorno ai mille euro per poi, naturalmente, non avere alcuna prospettiva di lavoro

Come distinguere un lavoro serio da una truffa

A fronte della casistica raccolta e dall’analisi effettuata, Adiconsum e il Movimento difesa del cittadino hanno messo a punto una serie di consigli per tutti coloro che sono in cerca di un’occupazione per riconoscere e difendersi dai falsi annunci di lavoro.

Un iter serio e graduale è più affidabile

Le società serie descrivono in maniera esaustiva il lavoro offerto, i requisiti e il compenso. Fanno leggere e firmare un contratto, concedendo il tempo necessario per valutare la proposta. Una società seria che offre un’occupazione (da svolgere sia in ufficio sia a casa) è sempre molto attenta ai dati professionali e personali dei candidati e vorrà vedere prima il curriculum e le referenze: meglio diffidare di chi assume senza fare un colloquio. Spesso la selezione viene svolta da agenzie specializzate. In questo caso, il nome dell’azienda che ricerca personale può non essere dichiarato, ma dovranno essere ben visibili i dati dell’agenzia e della sua iscrizione all’albo.

L’importanza dei controlli

È facile farsi sopraffare dall’entusiasmo di fronte a un’offerta interessante come una proposta di lavoro ma è invece importante prendere il tempo necessario per fare delle ricerche sull’azienda anche attraverso il sito dell’Agenzia delle entrate e nel Registro delle imprese della Camera di commercio. È sufficiente digitare il nome della società, il numero di partita Iva o quello di telefono per verificare l’affidabilità. Servirà calma e attenzione anche prima di firmare il contratto. Meglio riflettere sull’offerta e considerare tutte le condizioni.

Attenzione ai pagamenti o ai contributi anticipati

I corsi o il training di avviamento al lavoro non devono essere a spese del candidato alla mansione. Dovrà essere l’azienda che assume a farsi carico delle spese per la formazione dei dipendenti. In quei rari casi in cui il costo del corso viene addebitato al lavoratore, il corrispettivo non deve essere anticipato, ma verrà detratto dal primo stipendio. Allo stesso modo, non è accettabile alcuna richiesta di contributi economici per poter iniziare a lavorare, neppure sotto forma di acquisto di kit di prodotti dimostrativi senza i quali diventa impossibile svolgere la professione. Deve destare sospetti anche la richiesta di fornire i dati personali, indirizzo email o recapito telefonico con la promessa di venire ricontattati perché spesso dietro a questa richiesta si cela soltanto una catena di Sant’Antonio, vendite multi-level o spam.

 

Ecco che fare in caso di truffa o raggiro

Le vittime di questo genere di frodi possono rivolgersi all’Ispettorato del lavoro, che ha un compito di controllo e di verifica sulle violazioni in materia lavorativa; per conoscere il recapito dell’ufficio più vicino, cliccare su “le sedi dell’Ispettorato” sul sito: www.ispettorato.gov.it   Anche il comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro ha un potere ispettivo e di vigilanza affidato dal ministero del Lavoro; i recapiti dei comandi sul territorio nazionale si trovano alla voce “contatti” sul sito: www.carabinieri.it

 

 

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