Donne e Yoga, un connubio che si perde nella notte dei tempi. Lo yoga non è soltanto una disciplina in grado di riequilibrare mente e corpo, rilassare e combattere lo stress. In realtà, si tratta di una metodica molto più complessa e profonda, che può aiutare le donne a contrastare disturbi tipicamente femminili come:
- problemi legati all’infertilità,
- alla menopausa,
- ai dolori da sindrome premestruale.
Può essere inoltre un valido sostegno durante la gravidanza poiché può rivelarsi un ottimo equilibratore ormonale . Soprattutto dopo i 40 anni, anche per problemi legati al pavimento pelvico (e in particolare al perineo) o addirittura in caso di prolasso sembra che le donne che fanno yoga abbiano qualche buona carta in più da giocare.
Le posizioni utili contro i disturbi femminili
In tutte le problematiche legate alla sfera intima femminile sono fondamentali quattro tipi di posizioni (asana):
- di radicamento (come Virabhadrasana, l’eroe), che consentono alla donna di rientrare in contatto con il proprio corpo e di acquisire consapevolezza di tutte le sue parti;
- di equilibrio (come Vrksana, l’albero) perché le donne che hanno un disagio si sentono spesso incapaci e inadeguate;
- di apertura del luogo del corpo, situato nel torace (come Ustrasana, il cammello). In queste situazioni, infatti, si tendono a chiudere i centri del dialogo, dell’apertura all’esterno e della sicurezza;
- di rilassamento (come Shavasana, il cadavere) perché lo stress incide moltissimo, contribuendo alla comparsa o al peggioramento della malattia.
Aumenta fiducia e sicurezza
Laura Dajelli, insegnante di yoga, spiega:
«Attraverso le asana (le posizioni yoga), la respirazione consapevole e l’avvicinamento al proprio corpo, è come se lo yoga educasse al “qui e ora”, un primo passo verso l’integrazione fra corpo e mente e il benessere psicofisico»
Lo yoga non è una panacea, tuttavia, è una metodica che può svolgere un’azione curativa.
- Offre la possibilità di conoscere un linguaggio nuovo: corpo e mente possono finalmente fermarsi in posizioni statiche, permettendo alla donna di ritrovare equilibrio, accettare i propri limiti, riacquistare fiducia in se stessa e rassicurarsi. La donna che fa yoga, muovendo il corpo smuove anche le emozioni.
Yoga per il malessere psicologico
Non sempre problematiche come cistite, sindrome premestruale, mestruazioni dolorose o irregolari e infertilità hanno una causa fisica ben identificabile.
Quando colpiscono donne apparentemente sane, in assenza di fattori scatenanti certi, verosimilmente sono di natura psichica e rivelano un disagio emozionale.
«Per esempio, possono essere legate a sensazioni di inadeguatezza, a una bassa autostima, alla paura di non essere all’altezza o di fallire, o a esperienze avverse in ambito sessuale. Tutti malesseri che possono portare a un allontanamento da una parte del proprio corpo e a una perdita del ritmo e dell’equilibrio personale» spiega l’esperta.
In queste situazioni, lo yoga può rappresentare una risorsa preziosa, a patto che la donna abbia una disponibilità al cambiamento, punto di partenza di qualsiasi cammino: solo se c’è la volontà di evolvere, infatti, si può stare meglio.
Sindrome premestruale
Per combattere i disturbi, i dolori e gli altri sintomi tipici di questa condizione, sono di grande utilità le posizioni che rilassano utero, ovaie e pelvi, come Supta Baddha Konasana con cuscini grandi e cintura.
Prima del periodo mestruale e anche alla comparsa dei sintomi sono consigliabili le asana che aumentano l’irrorazione sanguigna ed effettuano un massaggio ghiandolare, come Sarvangasana e Shashankasana. Sì, poi, a stendersi a terra, con un cuscino sotto al bacino, le gambe tese appoggiate a una parete e le braccia allargate di lato, facendo delle respirazioni a occhi chiusi.
Per alleggerire la parte pelvica e allungare la muscolatura posteriore delle gambe e la schiena, dove tendono a concentrarsi le tensioni, si possono fare Adho Mukha Svanasana e Sethu Bandhasana. Queste asana, così come Dhanurasana, lavorano sul riequilibrio del sistema vagale, che nella sindrome premestruale è alterato. Sono ottimi anche i movimenti di basculamento del bacino in posizione eretta.
Prolasso
In questo caso, uno degli obiettivi principali del percorso yoga è riuscire a rinforzare il perineo. Ecco perché sono indicate posizioni come Shalabasana (cavalletta), ma anche Baddha Garbhasana (feto legato), Sarvangasana, Sethu Bandhasana, da eseguire con la pratica del Mulabandha (contraendo e rilassando i muscoli del pavimento pelvico), che stimola tutti i nervi pelvici e aiuta a radicare di più. Si possono anche praticare basculamenti del bacino effettuando Mulabandha durante l’espirazione.
Per favorire il riequilibrio psicofisico, si suggerisce di ricorrere alla respirazione a narici alternate (Nadi shodana pranayama) e di fare Supta Baddha Konasana con cuscini grandi e cintura.
Infertilità
Le donne che, pur non avendo malattie o problemi fisici, non riescono ad avere figli, traggono beneficio dalle posizioni yoga che stimolano il sistema endocrino e aumentano l’afflusso di sangue agli organi della riproduzione.
Si tratta essenzialmente delle posizioni rovesciate, come Sarvangasana (la candela) e Stambasana (il pilastro), e le torsioni, come Jatara Parsvottanasanan (torsione a terra) e Naukasana (la barca).
È utile anche avere maggiore attenzione e consapevolezza verso il bacino e, quindi, anche sul secondo chakra, che in caso di infertilità è spesso disfunzionale. Via libera, allora, a movimenti di basculamento del bacino in posizione eretta (come se si usasse l’hoola hop) e ad asana come Shashankasana (la lepre) e Adho Mukha Svanasana (il cane a testa in giù).
Mettersi con la schiena a terra, le gambe piegate e le braccia lungo i fianchi può aiutare. Durante l’ispirazione, premere la regione lombare a terra, durante l’espirazione rilassare. Infine, bisogna togliere le tensioni che si concentrano a livello pelvico, con asana come Sethu Bandhasana (il mezzo ponte).
Donne e Yoga: costanza e continuità
La pratica dello yoga, per essere davvero efficace, deve essere costante e continua. L’ideale è seguire almeno due lezioni alla settimana. Durante i primi anni, è bene affidarsi a un esperto, che aiuti piano piano a sciogliere i blocchi emozionali e a ritrovare il contatto con se stesse. Poi, con il tempo, si può iniziare a praticare la disciplina anche da sole.
Specialmente all’inizio, occorrono molta delicatezza e pazienza. È necessario che la donna riacquisti prima di tutto fiducia in se stessa. Solo a questo punto, si può lavorare ad altri livelli. Per accentuare gli effetti benefici dello yoga è essenziale, se necessario, correggere il proprio stile di vita, seguendo un’alimentazione sana ed equilibrata, combattendo la sedentarietà e ritagliandosi momenti di relax.
Servizio di Silvia Finazzi con la consulenza di Laura Dajelli, direttore tecnico e insegnante di yoga, fondatrice della scuola di yoga Rhamni a Gallarate (Va).
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